Aprire il fuoco
Se ogni scrittore ha un proprio tramonto, Aprire il fuoco è il tramonto di Bianciardi, l'ultima lettera di un sinistrato politico, spiaggiato e in esilio. Lo vediamo mentre perlustra la campagna con un binocolo, abbassa le tapparelle, si versa un bicchierino di grappa. Sa di essere clinicamente morto, ora che è morta ogni insurrezione: primo o poi l'oppressore, e i tanti aguzzini che non hanno mai smesso di tormentarlo, arriveranno a prenderlo. Nell'attesa non gli resta che fumare una sigaretta, e rievocare la fine dell'inverno di dieci anni prima, il 1959, le sue gloriose cinque giornate, anche se la rivoluzione è ormai soltanto la memoria confusa di altri fallimenti: le discussioni al Giamaica con gli amici, Giorgio Gaber e Jannacci, la cameretta di Porta Tosa, le barricate a San Damiano.
C'è appena il tempo per un ultimo appello, per dire il poco che ha imparato dalla sua vita agra: che fare all'amore non è vergogna. Vergogna è uccidere, morire di fame, chiudere la gente in prigione o al manicomio, giudicare. E non serve stampare i libri che nessuno legge, né costringere i giovani nelle scuole, né occupare le università. Bisogna occupare le banche, le vere cattedrali del nostro tempo. E poi spegnere la televisione. E alla fine lasciare tutto nel disordine. La valigia è pronta, così piena di carte, della sua alienazione quotidiana, di tutta la nausea che lo ha avvelenato per l'imbischerimento del mondo. Ma sulle spalle ha ancora il suo vecchio Mauser, ed è pronto a fare fuoco.
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Le recensioni della stampa
Graziano Gala - Treccani
Una cognizione del dolore che pare mancare di parole deputate a descriverlaLeggi
Pierluigi Barberio - Left
Cronaca delle gloriose giornate dell'immaginaria insurrezione milanese del 1959.Leggi
Michele Gravino - Il Venerdì - La Repubblica
L'eredità di Bianciardi e il nuovo lavoro culturale.Leggi
Massimo Onofri - Avvenire
Ultimo romanzo scritto con lo spirito da "camicia rossa", infiammato com'è dall'ilare e scontroso fuoco d'una ipotetica, ma sempre più elusa e delusa, controstoria d'Italia, contemplata agonisticament...Leggi
Fabio Striani - Rumore
Il lettore è conquistato dal caleidoscopio di immagini e riferimenti, in un continuo gioco d'equilibrio tra registri celesti e subacquei.Leggi
Franco Bergoglio - Magazzino Jazz
È la storia di un narratore che scende continuamente in battaglia con la scrittura provando a forzare i limiti, a cambiare i registri.Leggi
Livio Partiti - Il posto delle parole
Intervista a Michele Cecchini, autore della postfazione al libro.Leggi
Michele Maiolani - La Balena Bianca
Come è chiaro fin dalle prime pagine del romanzo, quello che emerge dal reportage fittizio delle Cinque Giornate è però un senso di solitudine e di sconfitta: a venire meno è quella spinta utopica che...Leggi
La Nuova Sardegna
Si ritrovano qui uniti due elementi cardine della produzione di Bianciardi, la matrice autobiografica della narrazione e la passione per il Risorgimento.Leggi
Il Tirreno
La rievocazione di queste sue fantasiose "Cinque Giornate di Milano" offre dunque lo spunto per mescolare personaggi contemporanei e risorgimentali, eventi passati e presenti.Leggi
Toscanaeventinews
Ne emerge l’autobiografia di un tramonto, l’ultima lettera di un sinistrato politico clinicamente morto, ora che è morta ogni insurrezione.Leggi