Racconto d'inverno
Il campo è quello di Gerlospass, sulle Alpi austriache. Tommaso, insieme a un gruppo di prigionieri polacchi, ucraini e italiani, lavora alla creazione di una linea elettrica tra il Tirolo e il Salisburghese. Tirano su i pali del telegrafo nella neve, sotto un cielo livido e inclemente. Le giornate hanno l’odore asprigno dei mantelli bagnati, le scarpe sono basse e rotte, le labbra dolenti come i muscoli. Alla sera, gli stanzoni si riempiono del fumo delle stufe. Fuori dai vetri corre l’urlo delle abetaie lungo i pendii lisciati dalle tormente e di notte si sente il tonfo delle imposte. Ogni tanto del pane raffermo e una tazza di caffè di ghiande danno un po’ di sollievo alle gambe stroncate. Ma non si aspetta più nulla. Si guarda soltanto l’assurdo candore della neve e si pensa che l’inverno non sia più una stagione, ma uno stato dell’anima, una sorte chiusa, come se la prigionia durasse da sempre e la vita, ormai, fosse stata recisa.
Oreste Del Buono è tra i primi in Italia a raccontarci l’esperienza del lager, con una lingua ruvida e urgente ma di grande espressività, e quasi in presa diretta: Racconto d’inverno, scritto sulla base di una breve novella, uscì alla fine del 1945. Ma la sua testimonianza trascende la Storia e finisce per illuminare una condizione umana universale, quel senso di smarrimento che allora fu avvertito da molti scrittori europei: l’assistere stranieri al muto dolore del mondo e alla sua insensatezza; l’impossibilità di tornare alle parole di prima, dopo l’esperienza della guerra e della deportazione; il tradimento di tutte le attese e di tutte le speranze.
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Le recensioni della stampa
Marco Belpoliti - Doppiozero
Un magnifico libro sulla prigionia dei dimenticati militari italiani.Leggi
Goffredo Fofi - Internazionale
Questa memoria è già racconto, grande racconto, grande scrittura; si muove nell'area più esistenzialista del dopoguerra.Leggi
Cristina Taglietti - 7 - Corriere della Sera
Un racconto che non prevede capoversi perché quella sensazione di "trovarci sempre contro un muro", di essere prigionieri, anche dei ricordi, non passa mai.Leggi
Robinson - la Repubblica
Al primo posto nella classifica dei consigli di lettura a cura della redazione di Robinson.Leggi
Gianni Montieri - Huffpost
Del Buono ci mostra l’insensatezza e il come, laddove la cosa più semplice sarebbe lasciarsi morire, si sopravvive, si resiste.Leggi
Francesca Marani - il Venerdì di Repubblica
La (non) vita nel campo di concentramento di Gerlopass, sulle Alpi austriache, dei prigionieri italiani, polacchi, ucraini.Leggi
Ernesto Ferrero - TuttoLibri - La Stampa
Una delle primissime testimonianze della guerra e della prigionia, precede di qualche mese "Il sentiero dei nidi di ragno" di Calvino e "Se questo è un uomo" di Primo Levi.Leggi
il Quotidiano del Sud
La storia, in questo racconto, oltrepassa se stessa e diventa quadro di una condizione universale del genere umano.Leggi