Per i soldi o per la gloria
Storie e leggende dei produttori italiani dal dopoguerra alle tv private
Vincitore del Premio Diego Fabbri per il miglior libro cinematografico dell’anno
Come tutte le filiere industriali degne di questo nome, ogni casa produttrice è diversa: ha i propri obiettivi, le proprie strategie e le proprie preferenze, e diverso, per tipologia e carattere, ne è il titolare.
Si passa facilmente dal produttore che ha come target di riferimento il cinema d’autore ma non disdegna prodotti più di cassetta, per far quadrare i conti, a chi fedelmente sposa la sua attività a quella di uno o due registi; dal «capitano coraggioso» che aspira a superare i confini della penisola per conquistare il mercato internazionale, al produttore che saccheggia i generi cinematografi ci più in voga, sfornando pellicole in serie.
Per i soldi o per la gloria dà voce a tutti questi personaggi, che hanno iniziato la loro attività, generalmente, negli anni Sessanta e Settanta, spaziando da Vittorio Cecchi Gori a Fulvio Lucisano, da Nicola Carraro a Gianfranco Piccioli, da Adriano De Micheli a Claudio Bonivento, da Marina Piperno a Elda Ferri. Sfata in via definitiva la riduttiva visione di una figura monodimensionale, pragmaticamente interessata solo al profitto, e racconta al tempo stesso una stagione memorabile del cinema italiano, dai capolavori di Fellini e Antonioni alle grandi commedie di Risi e Monicelli, fino ai nuovi maestri della risata: Verdone e Nuti, Troisi e Moretti.
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Le recensioni della stampa
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