Non siamo qui per intrattenervi
Scritti sulla letteratura, interviste e riflessioni
In uno dei suoi post Mark Fisher elenca cinque autori che considera fondamentali: Kafka, Atwood, Spinoza, Ballard, Marcus. Una lista necessariamente ridotta all’osso – Fisher stava rispondendo a un «meme bibliografico» – che però rende l’idea della matrice estetica e politica che aveva caratterizzato la sua formazione. Critico culturale radicalmente «popolare», inteso nella miglior accezione del termine, Fisher è stato in grado di scorgere il comune denominatore sociopolitico che sottende voci, discipline e forme artistiche diversissime e di concentrare nella sua analisi letteratura, filosofia, economia e archeologia culturale, tracciando delle linee che convergono verso il nodo cruciale che ha dominato le sue riflessioni: la necessità di smascherare la fallacia di pensiero che da decenni condiziona tragicamente le nostre esistenze: quel «realismo capitalista» che ci induce a credere che, per quanto la situazione possa apparire disperata, non esiste un’alternativa. Nelle interviste, nelle riflessioni e negli scritti sulla letteratura contenuti in questo volume – il quarto e ultimo della raccolta che mette insieme i post del suo leggendario blog k-punk – Fisher analizza le migliori distopie e le peggiori utopie della nostra epoca, allargando poi il campo per mettere in luce la nostra ossessione nostalgica e la nostra incapacità di inventare il futuro, la burocratizzazione managerialista dell’istruzione, la deriva censoria della sinistra, la scomparsa della dialettica di classe dal discorso politico e la privatizzazione della depressione. Gli scritti di Mark Fisher – intelligentissimi, illuminanti, a tratti dolorosi – non smettono di sorprendere, e confermano quanto sia stato e sia ancora necessario il suo pensiero per comprendere il contemporaneo, e per provare a immaginare, quindi anche a cambiare, il tempo che ci attende.
Extra
Scarica la copertina del libro
Leggi un'anteprima del libro, scarica il PDF
Le recensioni della stampa
Nicola Lagioia - Robinson - La Repubblica
Al di là della brillantezza delle idee, della prodigiosa capacità di mettere in relazione mondi distanti, è la scrittura di Fisher a colpire. Così magnetica, personale, dolente.Leggi
Walter Catalano - Pulp Magazine
Con il consueto acume Fisher si sofferma sui testi narrativi e gli autori che più lo hanno influenzato e che ritiene seminali per la comprensione del mondo contemporaneo.Leggi
Lorenzo Cafarchio - Libero
Un grido disperato in cui immaginare un nuovo futuro avendo, in primis, nostalgia di esso.Leggi
Mauro Garofalo - Nova - Il Sole 24Ore
Un respiro prezioso poco prima di re-immergersi nell’inquinata contemporaneità.Leggi
Daniela Liucci - Rumore
Una lettura necessaria per allargare gli orizzonti dell'immaginazione, per allenare il pensiero critico e stimolare il senso di curiosità.Leggi
Simone Regazzoni - Tutto Libri - La Stampa
Continuare a confrontarsi con gli spettri di Mark è oggi vitale.Leggi
Loredana Lipperini - L'Espresso
Mark Fisher analizza proprio le distopie e la nostra incapacità di inventare il futuro e persino di desiderarlo.Leggi