Scritti servili
Quando apparve per la prima volta per Einaudi nel 1989, fu subito chiaro che Scritti servili era uno degli ultimi capolavori del Novecento di quel genere particolare che è il saggio letterario. Minimum fax lo ripropone ora per i più giovani che non l’hanno mai letto, ma anche per generare un proposito di rilettura in chi già lo conosce: un manuale di stile e di sguardo e un esempio dell’arte del ritratto e dell’autoritratto. «Leggere è vedere, scrivere è essere ciechi», afferma Garboli in questo libro. E davvero gli Scritti servili sono un’educazione alla vista, fatta di «lampi di cognizione», della capacità rabdomantica di far riaffiorare quasi ad ogni rigo qualcosa che era rimasto nascosto.
La felicità di queste pagine è nella loro inerme consegna alla confessione più intima di uno scrittore-lettore, che va a prendere le parole degli altri «e le riporta a casa, come Vespero le capre, facendole riappartenere al mondo che conosciamo». E così, parlando della vita e del teatro di Molière, del «destino di autodistruzione ilare e buffonesco, ma anche così tragico» di Antonio Delfini, della «discontinuità del desiderio» e della «perversione saturnina» di Penna, dell’elogio dell’appartenenza della Ginzburg, delle metamorfosi di Elsa Morante, Garboli finisce per disseminare le tracce di un’umanissima testimonianza esistenziale e in definitiva per raccontare se stesso.
Perché è «una storia, un evento, di seduzione» a legare queste sei prefazioni ad altrettanti libri usciti in Italia negli anni Ottanta, «un interesse che va oltre la letteratura: esso parte da un luogo impreciso, indistinto, e attraversa la letteratura solo per sorpassarla».
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Le recensioni della stampa
Massimo Onofri - Avvenire
Garboli è uno di quei prosatori inafferrabili che si rivelano all'improvviso proprio là dove meno te lo aspettiLeggi
Franco Marcoaldi - Robinson - La Repubblica
Il suo pensiero è sempre pronto a tornare sui propri passi, a seguire piste nuove e diverse.Leggi
Giuseppe Nibali - Treccani
Famoso per il suo acume e la sua sensibilità nell'analisi delle opere letterarie ha, come tratto distintivo, la profondità della penetrazione nella poetica degli autori analizzati che rendono i suoi l...Leggi
Nicola Vacca - Gli amanti dei Libri
Quella di Garboli è una prosa elegante, la sua scrittura ha una grazia inconfondibile che ha dato nobiltà alla forma del saggio letterario.Leggi
Paolo Romano - InCartaMenti
Romantico e razionale, analitico e scomposto, cordiale e politicamente scorretto.Leggi
Massimo Onofri - La Nuova Sardegna
Garboli respingeva questa terminale religione della letteratura, limitandosi a misurarne i livelli d’infezione. I libri o interessavano solo come sintomi d’una conclamata patologia. A ossessionarlo er...Leggi
Giacomo Tinelli - Alias - Il Manifesto
Scritti servili appare – con le sue pagine luminose sul rapporto tra la vita dell’autore e la sua opera – come un distillato dell’atto critico novecentesco: per densità stilistica, profondità di sguar...Leggi
Marco Tagliaferri - Treccani
Garboli espone la propria scrittura e il confronto con gli autori agli attriti, agli sfregamenti di un corpo a corpo che impedisce al suo pensiero di paralizzarsi in quella fatidica prima impressione....Leggi