Il museo dei pesci morti
Che siano falegnami sul set di un film porno, puntigliosi riparatori di macchine da scrivere, truffatori tossicodipendenti dallo sguardo pietoso, ragazzini costretti a crescere in fretta o sceneggiatori di successo finiti in un ospedale psichiatrico, i personaggi di questi otto racconti lottano per superare il trauma di un abbandono o di una violenza, per comprendere la deriva delle persone amate, per mantenere la propria umanità in un’America marginale e dolente, provinciale e uggiosa. La scrittura accurata e potente di D’Ambrosio - autore schivo e poco prolifico, ma acclamato dalla critica americana come una delle rivelazioni degli ultimi anni - li riscatta, descrivendo l’insoddisfazione personale di ciascuno come qualcosa da cui smettere di fuggire, e regalandoci un capolavoro dal fascino oscuro dal quale, come ha scritto il Seattle Times, «è quasi impossibile staccare gli occhi».
Extra
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Le recensioni della stampa
Sara Cabitta - Mangialibri
Uomini e donne che si dibattono in vite difficili, restando in equilibrio tra il desiderio di lasciarsi andare e quello di lottare e andare avanti.Leggi
Ilaria Scarpiello - Solo Libri
Un ritratto spietato dellAmerica, provinciale e degradata come nella peggiore delle nostre realtà, boccheggiante come un pesce tirato fuori da un fiume con ancora lamo attaccato alla presa, piena di...Leggi