Ho sempre amato questo posto
Storie del Wyoming / 3
«Nessuno è felice come due giovani innamorati nella casetta che hanno costruito con le proprie mani in un luogo fatto di bellezza e solitudine», scrive Annie Proulx a proposito di una coppia di sposini che cerca di mettere dimora nella brulla prateria spazzata dal vento: di tanto in tanto, come nota il New York Times, nel mondo di Annie Proulx – un mondo in cui la furia degli elementi è letale, e gli uomini non sono molto meglio – si intravede un fugace scorcio del giardino dell’Eden.
In questi nove racconti, spesso segnati da una tristezza ineluttabile, tutti i personaggi sono, in qualche modo, dei pionieri, che lottano disperatamente per conquistare un ritaglio di paradiso in una terra impietosa. Con la sua prosa composta e struggente, il suo sorprendente senso dell’umorismo e la sua incrollabile compassione, Proulx dipinge un panorama feroce e viscerale, brutale e magnifico, abitato da generazioni di americani che lottano disperatamente per sopravvivere in una terra difficile da amare, le cui vite, grazie al potere del mito, si trasformano in letteratura: vividi dettagli di vita rurale si mescolano a frammenti di folklore, la brutalità della cultura tradizionale si mescola ai tratti, appena addolciti, del West moderno e i piccoli eventi quotidiani si fondono in modo quasi operistico con il clima selvaggio.
Pubblicato a dieci anni dal primo volume delle Storie del Wyoming – quello che conteneva il celebre «Brokeback Mountain» – Ho sempre amato questo posto aggiunge un nuovo tassello al monumentale affresco con il quale il Premio Pulitzer Annie Proulx ha riscritto il mito del Far West.
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