È finito il nostro carnevale
Alla fine degli anni Venti, nella Parigi di Hemingway e Django Reinhardt, l'anarchico Rigoberto Aguyar Montiel si innamora di Consuelo, la modella spagnola che posò per la Rimet, la prima coppa del mondo di calcio. Scomparsa misteriosamente la donna, Rigoberto veste i panni di un cronista sportivo e cerca di rubare il trofeo rincorrendolo in ogni continente tra guerre, rivoluzioni e traversate atlantiche, «per togliere le utopie dalle teche e ridargli il significato che avevano perduto». Attraverso l'improbabile intervista rilasciata dal ladro l'ultimo giorno del 1999, Fabio Stassi racconta la geografia di tutte le speranze perdute nel Novecento, rievocando partite leggendarie, la voce di Yves Montand e le finte di Garrincha, la garota di Ipanema, il mercoledì delle ceneri in cui in Brasile si instaurò la dittatura e Vinicius de Moraes scrisse quella canzone che inizia così: «Acabou nosso carnaval». È finito il nostro carnevale è il viaggio a ritroso di un Orfeo nero. La storia di quando il futebol aveva le ali e di chi preferiva morire piuttosto che perdere la vita. Un romanzo che è il canto dolente per un'epoca ormai conclusa e insieme un richiamo romantico alla resistenza: come dice Rigoberto, «tutto svanisce, ma non i desideri che abbiamo avuto».
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Le recensioni della stampa
Elisa Ponassi - La Lettrice Rampante
Grande stima e stupore per la bravura di Fabio Stassi. È finito il nostro carnevale è un libro assolutamente da leggere.Leggi
Il club dei libri
Il messaggio più grande e potente che Fabio Stassi è che la speranza perduta va sempre cercata, con tutte le proprie forze, perché la si ritrova sempre.Leggi
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Il personaggio di Enia mi ha appassionato come non mi succedeva da tempo.Leggi
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