Un'educazione letteraria: Sandro Di Domenico
In questa rubrica i nostri autori e le nostre autrici raccontano i libri che hanno contribuito a formare il loro immaginario: il protagonista di questa puntata è Sandro Di Domenico, in libreria con Pescirossi e pescicani.
Non tutti sanno, anche perché evidentemente nessuno se l’è mai chiesto prima di minimum, che il sottoscritto è un gran maleducato. La maleducazione letteraria mi ha spinto in tenera età, dietro i ripetuti omaggi di Saint-Euxpery - penso si scriva così ma potrei sbagliare - ad accumulare in una sgangherata libreria copie del Piccolo principe da odiare in silenzio. Libri mai aperti, o forse sì. E se sì, richiusi all’istante. Ho recuperato con le citazioni dei Baci perugina.
Una volta cresciuto, poi, credo di aver, sempre maleducatamente, cominciato a leggere più libri insieme. Un vizio attinto all’università da una cattiva coinquilina, tra l’altro fanatica proprio di minimum fax. Questa maleducazione mi ha portato ad abbandonare molti libri, arrivando fino in fondo a pochi. Uno di questi è Una questione privata, di Beppe Fenoglio. La storia di un ragazzo, il cui unico desiderio è far suonare di nuovo un disco per poterlo ballare con la ragazza che porta nel cuore, mentre cammina come un bandito tra la pioggia e il fango delle Langhe. Ma il problema principale, più del fango e della pioggia, sono i fascisti, e i nazisti che occupano le Langhe, il Piemonte, il Nord Italia e il Paese intero dopo l’8 settembre. È più un racconto lungo che un libro, ed è meno conosciuto dei libri di Fenoglio, per questo forse mi ci sono affezionato.
Come sono affezionato alla versione originale in paperback del Grande Gatsby di Francis Scott-Fitzgerald, che nella lettura che ne faccio io è uno svolgimento complesso, calato nell’America di metà Novecento, di un tema classico della cultura greca come la «nostalgia», raccontato con stile raffinato e sincero. Il νόστος/ritorno destinato irrimediabilmente dalla άλγία/dolore per un luogo - e soprattutto un momento - ormai di proprietà esclusiva del passato. Eppure in una parte di orizzonte, nell’anima del Grande Gatsby resta pur sempre un puntino verde, di luce intermittente, da raggiungere.
La stessa che insegue fino al culo del pianeta Lùis Sepulveda nel Mondo alla fine del mondo. Anche qui – più un racconto lungo che preferisco a tanti titoli con cui pure si celebra questo guerriero mapuche capace di vette altissime in vita, arte, opere e omissioni. La più grande delle quali è averci lasciato troppo presto, poco prima di due visite, a Roma e a Napoli, attese da tempo. Sono questi tre libri i pochi umili consigli che do ai lettori in caso non li abbiano ancora sfogliati - ma figurati se non l’hanno già fatto - perché al giorno d’oggi avere una buona educazione letteraria è importante. Si dice che chi non ne ha una finisca per *, o diventare maleducato come me.
*sono indeciso tra le opzioni: tifare Juve, abolire la povertà e guidare uno scooterone (magari a tre ruote)
(Foto: Alexander Wende - Unsplash)