consigli di lettura

Un'educazione letteraria: Corrado De Rosa

 

In questa rubrica i nostri autori e le nostre autrici raccontano i libri che hanno contribuito a formare il loro immaginario: il protagonista di questa puntata è Corrado De Rosa, in libreria con Italian Psycho.


Davanti alla scelta di indicare quali libri hanno contribuito a formare il mio immaginario, entro in un vortice che mi spinge a sceglierne uno e scartarne un altro, a riprendere quello messo da parte, a togliere proprio il primo a cui avevo pensato e che, ora lo capisco, non merita di stare in questo circolo ristretto.

Insomma, i tre capisaldi attorno a cui si è costruito il mio immaginario sono: la rappresentazione del male, il superamento del limite e il calcio. Quindi, come Rob Fleming di Alta fedeltà, faccio la classifica dei miei tre libri preferiti per ciascun tema. Fleming ne inseriva cinque, lo so. Ma diciamo tre, altrimenti non la finiamo più. 

MALE

Se una delle domande attorno a cui ruota Italian Psycho è la linea di confine che separa la follia dalla decisione consapevole di uccidere, A sangue freddo di Truman Capote ti porta proprio su quella linea. La dilata, la decompone attraverso un borsellino aperto, una recita studentesca, il verso di un coyote. Tu lo leggi, guardi il male per il male e fai i conti con il fatto che non tutti i comportamenti umani si possono spiegare. 

American Psycho di Bret Easton Ellis, è una finestra sul mondo interiore di uno psicopatico. Allo stesso tempo, è un’analisi della malattia sociale del nostro tempo: il narcisismo. Un trattato di psicologia sotto forma di romanzo.

Poiché leggo molta saggistica, devo scegliere un saggio.

Scelgo L’effetto Lucifero di Philip Zimbardo. È il racconto dell’esperimento di Stanford, quello in cui Zimbardo assegnò a dei volontari “normali” il ruolo di guardie o di prigionieri all’interno di un carcere. Dopo sei giorni, dovette interrompere tutto: le guardie erano diventate troppo sadiche nei confronti dei detenuti. L’effetto Lucifero dimostra che chiunque, messo in condizione di potere sugli altri, può trasformarsi in carnefice. E del fatto che il male non dipende solo da chi siamo ma anche dalle circostanze in cui ci troviamo.

LIMITE

Nella sua esplorazione del male, Dostoevskij ci fa entrare in terre sconosciute che riguardano proprio il tema del superamento del limite. In Raskol’nikov c’è l’ossessione di sapere fin dove è possibile spingersi e cosa si prova dopo aver ucciso, in me quella di collezionare edizioni di Delitto e castigo in tutte le lingue possibili.

Mi piace augurarmi che un libro letto da poco possa diventare un libro a cui resterò legato nel tempo. I ragazzi di Barrow di Fergus Fleming è la storia di John Barrow, che ha dedicato la vita a organizzare spedizioni alla ricerca della foce del Niger e del passaggio a Nord-Ovest. Il bilancio delle sue spedizioni, epiche e maldestre, è stato disastroso. Dopo di lui, però, il mondo è diventato meno ignoto.

Il limite è avventura, libertà. Long John Silver, il pirata dell’Isola del tesoro, è uno che i limiti li ha superati da tempo. Da bambini, lo avevamo lasciato in fuga dalle pagine di Stevenson. In La vera storia del pirata Long John Silver di Bjorn Larsson, lo ritroviamo in Madagascar vecchio, stanco e ricco. Silver è restato un cattivo, ma un cattivo a cui non puoi non voler bene perché ha barattato tutto, compresa l’etica, per essere libero. Il romanzo è una storia di pirati per adulti che sa di contrabbando, forche e vita in mare.    

CALCIO

Guardo le partite al buio e in silenzio, mi piace andare allo stadio da solo, ho i miei rituali esoterici che non posso confessare per non farli fallire. La gioia fa parecchio rumore di Sandro Bonvissuto è la storia di un amore a senso unico (nel suo caso si tratta dell’amore per la Roma), di un’educazione sentimentale corale eppure così intima, privata. È una storia che mi riguarda.

Dentro Brilliant Orange di David Winner ci trovi Cruyff e l’Olanda, la pittura di Mondrian, la filosofia e la cultura di un popolo in lotta perenne con l’acqua. È antropologia applicata al calcio totale.

Ora dovrei menzionare Fútbol di Osvaldo Soriano. Ma io Maradona me lo sognavo una notte sì e l’altra pure, precisamente sognavo di ricevere una sua maglietta. Poi mi svegliavo e restavo di cattivo umore tutto il giorno.

Se parliamo del mio immaginario, un libro su di lui non può mancare. C’è Maradona è amico mio di Marco Ciriello che per quelli della mia generazione è una specie di seduta psicanalitica, c’è Maradona di Edward Burns, che ne dà una lettura senza ipocrisie, c’è Maradona: «Non sarò mai un uomo comune», di Gianni Minà, che è un dipinto di parole, c’è La lunga storia dl gol più bello del mondo di Maurizio de Giovanni, una lunga e intensa sequenza di emozioni. Però scelgo Io sono el Diego. Non perché sia il più bello, ma perché forse è l’unica autobiografia scritta da un dio pagano.

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