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Statale 106: la playlist di Antonio Talia

 


Un anno fa usciva Statale 106. Viaggio sulle strade segrete della 'ndrangheta, il libro al quale avevo dedicato tre anni di scrittura e che mi girava in testa, in varie forme, da molto più tempo. Il libro ha avuto un buon successo, e a chi ha ancora la pazienza di seguirmi dedico questa playlist di canzoni che, in un modo o nell'altro, riconducono lì sulla Statale. Potete ascoltarla mentre leggete il libro, mentre cucinate, ma per me la situazione migliore rimane alla guida, magari al crepuscolo. Allacciate la cintura: abbiamo un centinaio di chilometri da percorrere insieme, e ci sono storie, che nascondono altre storie, che rimandano ad altre storie.

Buon ascolto, e grazie,

Antonio Talia

Nevermind - Leonard Cohen
L'io narrante di questa canzone allude a guerre dimenticate, tradimenti, cambi d'identità, senza mai farci capire che cosa sia successo di preciso. Ho pensato che la voce di Leonard Cohen - così carica di suggestioni - fosse l'ideale per iniziare il nostro viaggio. Il pezzo è stato usato per i titoli di testa della bistrattata seconda stagione di True Detective, e questo mi ha convinto definitivamente a metterla in apertura.

Super Sex - Morphine
In Statale 106 non c'è molto sesso, quindi il titolo potrebbe sembrare fuorviante. Ma provate a guidare su una qualsiasi strada poco frequentata, da soli, senza sorprendervi a cantare insieme a Mark Sandman mentre i sassofoni di Dana Colley fanno il resto: «I got the whiskey, baby/ I got the whiskey/ I got the cigarettes...».

Stray - Calexico
Qualcuno parte a bordo di un'auto arrugginita, e già questo sarebbe sufficiente. Ritmo e musica fanno il resto.

New Connections - Turi, Michael Fazzalari
«Bless... Calabru Novi sup'a schina porta 'u santu»: forse un'incursione hip-hop può sembrare fuori posto, ma Turi Calabro 9 e il suo slang in “broccolino calabrese" catturano alla perfezione un certo clima che volevo raccontare in Statale 106. Chi ha letto il libro oppure chi conosce la zona scoverà molti altri riferimenti.

The Killing Moon - Echo & The Bunnymen
La luna blu, una notte stellata, il contrasto continuo tra volontà e destino. Sospetti già che non finirà bene, ma non puoi smettere di ascoltarla.

I Drove All Night - Cyndi Lauper
Ognuno di noi è imbottito di falsi ricordi, ma sono abbastanza sicuro di aver ascoltato questa canzone per la prima volta proprio sulla Statale 10, molti, molti anni prima di prendere la patente. Ero indeciso se includere la versione di Roy Orbison, ma la voce di Cyndi Lauper è troppo intensa e struggente per essere ignorata. È esattamente la voce a cui vorresti sentir dire che ha guidato tutta la notte per arrivare da te.

Atlantic City (Live at Madison Square Garden) - Bruce Springsteen
La scorsa notte qualcuno ha ucciso The Chicken Man, e poi ha fatto saltare in aria casa sua. Gli sgherri che chiedono il pizzo sono pronti alla rissa e il procuratore non sa più cosa fare. In mezzo c'è il protagonista; un uomo che ha fatto di tutto per rimanere onesto, ma alla fine si è arreso: stanotte incontrerà qualcuno, e gli farà un piccolo favore. 
Atlantic City parla esplicitamente di crimine organizzato: "The Chicken Man" era Angelo Testa, un mafioso italoamericano ucciso nel 1981, e Springsteen lo usa come spunto per raccontare la sconfitta di un protagonista stanco di «stare dal lato dei perdenti». Ho scelto la versione dal vivo perché mi sembrava più epica.

Wanted Man - Nick Cave & The Bad Seeds
Nick Cave e i Bad Seeds prendono il classicone di Bob Dylan e Johnny Cash e gli conferiscono un ritmo sempre più incalzante, mentre il protagonista si ritrova sbalzato in luoghi dell'immaginario di Cave, come Tupelo. Provate a guidare ascoltandola. Inutile dire che sogno qualcuno che ne faccia una versione con i paesi della Statale 106 (Gabriele Laponte, Kento e Turi: sto parlando con voi).

Born in San Antone - Garrett T. Capps
Altro pezzo incalzante, molto più sbruffone e divertito. Il protagonista canta le stranezze di essere nato in una città singolare. So come si sente.

Red Right Hand - Nick Cave & The Bad Seeds
Qui entriamo nel territorio di quelle canzoni che si trascinano dietro un immaginario talmente stratificato che ognuno finisce col vederci quello che vuole. La Mano Destra Rossa arriva da John Milton, e va bene, ma che che cos'è esattamente? Per me è una canzone che parla di ciarlatani, ingannatori, falsi profeti e del loro effetto deleterio su di noi, quando ci sentiamo deboli e senza speranza. «Sei solo un ingranaggio microscopico/nel suo piano catastrofico» è una frase che potrebbe benissimo applicarsi agli 'ndranghetisti. E a ogni concerto di Nick Cave al quale abbia assistito mi sono sempre ritrovato a cantarla alzando la mano destra come il resto del pubblico.

Capeesh - Turi
Ancora Turi e ancora il «calabro-broccolino», con un tocco da «Goodfellas», tanto per gradire. «No time for the stupid cugghiunella».

Max - Paolo Conte
Amo cercare l'insolito dietro ogni angolo del quotidiano, e lo trovo sempre più spesso. «Max/Fammi scendere, Max/Vedo un segreto avvicinarsi, qui, Max...»: di quale segreto sta parlando Paolo Conte? I'm 

Free Now - Morphine
Stai guidando da solo e la radio passa questa canzone. Rifletti su errori, persone lontane, opportunità. «But I'm really such a fuck-up/and it's such a waste». Alla fine, qualche volta,si riesce persino a imparare.

Woke up this morning - Alabama 3
L'obiezione: «ma inserire la canzone dei titoli di testa dei Sopranos nella playlist ispirata a un libro sulla criminalità organizzata è troppo didascalico!». La risposta: è una canzone della Madonna. Quando giravo tra i sobborghi di Toronto, Montréal e nella ridente cittadina di Hamilton per fare ricerche e interviste che poi sarebbero finite in Statale 106 la ascoltavo in continuazione, ed era tutto meravigliosamente appropriato: «Woke up this morning/with a blue moon in your eyes».

Hit the North (Part 1) - The Fall
«Cops can't catch criminals/But what the heck?!?».

Downtown Train - Tom Waits
Melanconia dolce.

Death to my hometown - Bruce Springsteen
Non è la migliore canzone di Springsteen e non si avvicina neanche lontanamente. Ma una delle poche cose delle quali ero sicuro mentre scrivevo era che l'avrei sfruttato come esergo dell'ultimo capitolo di Statale 106 perché mi pareva che avrebbe messo tutte le cose al posto giusto: qualcuno è davvero arrivato nella mia città e ha davvero portato la morte, e molte persone della generazione di mio padre si sono svegliate - troppo tardi - solo per scoprire che «i predoni avevano colpito col favore delle tenebre». Il ritmo e le parole di questa canzone ti infondono la speranza che ci sia ancora qualcosa da fare.

Telegraph Road (Live) - Dire Straits
La storia di una strada che attraversa le epoche e migliaia di esistenze, e si incrocia con la vicenda personale del protagonista. Quei fiumi di luci di auto, gli uccelli che ti fissano appollaiati sui pali della luce, l'amore dell'io-narrante che lo saluta freddamente per l'ultima volta, la speranza di riuscire ad andarsene. «You know I'd sooner forget/But I remember those nights/When life was just a bet on race between the lights». Non avrebbe potuto esserci conclusione più giusta.










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