Squadernare: Nina sull'argine
3. Melodie e visioni
Squadernare è la voglia di curiosare nei libri. Cosa si muove dietro, dentro e intorno ai libri?
Lo abbiamo chiesto a Veronica Galletta in libreria con Nina sull'argine.
E poi? Cosa altro c’è dentro a un libro? C’è tutto il resto, quello che conosci e quello che non conosci, quello che controlli e quello che non controlli. Ci sono i gesti, le persone, i luoghi. Una scena che hai visto per caso per strada tanti anni prima, e poi ti torna in mente, o certi colori, che vuoi riprodurre. C’è il libro stesso in definitiva, che impasta i tuoi lavori precedenti, i libri letti, i film visti, le sensazioni provate, per creare qualcosa di nuovo, di tuo. Per questo terzo e ultimo appuntamento, quindi, ho scelto di citare alcuni brani (e un film, come una sorta di ghost-track). Per ognuno ho scelto la mia versione preferita.
Construção, di Chico Buarque, uno dei due esergo di Nina sull’argine. La storia di un morto sul lavoro
«Salì la costruzione come fosse solida
Salì l’impalcatura quattro muri magici
Mattone su mattone in un disegno logico
Con gli occhi già impastati di cemento e traffico.»
Wake up , degli Arcade Fire, che Caterina canticchia tornando dal cantiere
«But now that I’m older
My heart’s colder
And I can see that it’s a lie.»
Place to be , di Nick Drake, sulla quale è modulato il capitolo A place to be
«Now I'm darker than the deepest sea
Just hand me down, give me a place to be.»
Veni l’autunnu, di Franco Battiato, a cui fa riferimento il capitolo Santo che non suda
«Mo patri m'insignau lu muraturi
Pi nan sapiri leggiri e scriviri
È inutili ca 'ntrizzi
E fai cannola
Lu santu è di mammuru
E nan sura.»
Where the wild roses grow, di Nick Cave, che è come Caterina si sente in un momento di sconforto.
«On the third day he took me to the river
He showed me the roses and we kissed
And the last thing I heard was a muttered word
As he knelt above me with a rock in his fist.»
E infine, Lo sguardo di Ulisse, di Theo Angelopoulos: la scena della statua di Lenin che scorre lungo il fiume è quella a cui pensa Caterina, vedendo le travi per costruire il ponte sfilarle davanti.
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