Scrivanie, dove nascono i libri: Antonio Iovane
Dove scrivono, quando scrivono le nostre autrici e i nostri autori? In questa puntata lo chiediamo a Antonio Iovane, in libreria con La seduta spiritica.
Mai di notte, la notte serve a pensarci su.
Mai di sera, me lo proibisco, la sera per me è pura ricreazione, pochissime volte mi è capitato di fare i compiti o studiare, la sera, e adesso rifuggo sempre dal lavoro serale.
Raramente di pomeriggio.
Rigorosamente, e quasi sempre, cerco di scrivere la mattina. Non troppo presto, perché per scrivere devo essere riposato, le energie devono essere tutte lì, a disposizione, senza energie - che non sono solo quelle fisiche, ma anche quelle psichiche e mentali - la frase non gira.
Niente poltrone.
Niente scrivanie.
Niente torrette da bagnino.
Niente groppe di dromedario.
A letto. Appoggiato allo schienale, cuscino dietro e pc sulle gambe.
Perché per scrivere ho bisogno che il corpo non sia costretto, ho bisogno che l'attenzione sia concentrata sulla pagina e non sulla postura, niente gabbie, perché con le gabbie la frase non gira.
A letto, perché - come dicevano i Pooh - “chi è steso o dorme o muore, oppure scrive libri”.
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