François Truffaut
AutoreFrançois Truffaut nasce a Parigi nel 1932. La madre, appena diciottenne, lo concepisce con un dentista ebreo divorziato e la famiglia, molto conservatrice, le impedisce di abortire e la manda per tutto il periodo della gravidanza in una sorta di convitto. L’anno successivo la ragazza conosce in un club alpino Roland Truffaut, un designer industriale, che la sposa e riconosce il bambino. È solo alla fine degli anni ’60 che François Truffaut, grazie a un investigatore privato assunto durante la preparazione di Baci rubati, individuerà il suo vero padre biologico, col quale però deciderà di non avere alcun rapporto.
Il rapporto con la nonna, con la quale Truffaut trascorse i primi anni di vita, fu fondamentale per la nascita di una delle grandi passioni del futuro regista, quella per la lettura. Il piccolo François, che a causa di una salute cagionevole non frequenta la scuola materna, viene da lei introdotto nel mondo dei libri. L'amore per la letteratura, insieme a quello per il cinema, sarà una delle costanti della sua vita.
È invece il rapporto con le istituzioni scolastiche a non essere buono. Dal 1941, dopo la bocciatura all’esame di ammissione al sesto anno presso il Lycée Rollin, François Truffaut inizia un lungo peregrinare tra numerose scuole. È proprio in una di queste che conosce Robert Lachenay, cui lo lega una comune passione per la letteratura e per il cinema; ne nascerà un'amicizia che durerà tutta la vita.
Bocciato più volte, lascia la scuola e, poco prima della liberazione di Parigi, fugge dalla colonia in cui lo avevano mandato e trova un lavoro come magazziniere. Dopo aver perduto il lavoro, fonda un cineclub in concorrenza con quello di André Bazin, che conosce in quest'occasione. Sarà una figura fondamentale per il futuro di Truffaut, che proprio grazie a lui, l'amico rivale, esce da un'infanzia tormentata: Bazin lo fa uscire dal riformatorio in cui l'aveva praticamente fatto richiudere il padre, lo avvia alla carriera di critico e lo salva di nuovo nel 1952 quando diserta per due volte l'esercito in cui si era arruolato volontario per dimenticare una donna. Bazin sarà per François Truffaut quella figura paterna che gli era mancata.
Sarà sempre lui a trovargli lavoro presso il servizio cinematografico del Ministero dell'agricoltura, e poi lo assumerà come critico cinematografico presso la sua neonata rivista, Les cahiers du cinéma, dove Truffaut riuscirà a distinguersi per l’acrimonia di certe sue critiche e la passione che anima i suoi scritti. Qui conosce Jean-Luc Godard , Eric Rohmer , Claude Chabrol e altri giovani critici che, qualche anno più tardi, al loro esordio alla regia, saranno accomunati sotto l'etichetta della nouvelle vague, un movimento tendente a svecchiare tematiche e forme del cinema francese ormai sclerotizzate e incapaci di narrare la contemporaneità.
Nel 1957, testimoni Roberto Rossellini e lo stesso Bazin, sposa la figlia del distributore Igance Morgenstern, Madeleine, con cui ha due figlie, Ewa e Laura, che figureranno ne Gli anni in tasca (1976).
Nel 1959 fonda la casa di produzione Les Films du carosse, che gli permetterà di girare tranquillamente i suoi film, rendendolo uno dei pochi registi che la storia del cinema ricordi indipendente economicamente.
Sempre nello stesso anno esordisce alla regia con il suo primo lungometraggio, lasciando spazio a pochi dubbi circa le sue qualità. A distanza di quasi cinquant’anni dalla sua realizzazione, I quattrocento colpi è ancora il capolavoro che all’epoca fece già gridare al miracolo. Truffaut svolge un tema vittoriano, alla Dickens, con i toni lirici di un romanzo per ragazzi e l'acuta osservazione di un documentario sociale. Alcuni temi sono caratteristici: il viaggio verso l'ignoto (in questo caso il mare), l'educazione dell'adolescente. Con questo film Truffaut crea un personaggio a sua immagine e somiglianza, Doinel – sempre magistralmente interpretato da Léaud -, un vero e proprio alter ego che riprenderà e approfondirà nel corso degli anni attraverso cinque lungometraggi (l’episodio “Antoine e Colette” nel fil collettvo L’amore avent’anni nel 1962, Baci rubati nel 1968, Non drammatizziamo… è solo questione di corna nel 1970 e L’amore fugge nel 1978), seguendo passo a passo la propria parabola esistenziale. Non si tratta della classica simbiosi attore-personaggio di cui soffrirono tanti divi, ma di una più intellettuale simbiosi autore-personaggio. Altri registi hanno sistematicamente usato elementi autobiografici, ma nessun altro ha mai rispettato così scientificamente l'evoluzione cronologica del proprio io.
Mentre realizza alcuni dei suoi capolavori come Jules e Jim (1962) o Effetto notte (con cui si aggiudica l'Oscar come miglior film straniero nel 1973), in contemporanea pubblica numerosi libri, spesso dedicati a maestri del cinema come Alfred Hitchcock.
E proprio i libri sono le principale fonti di ispirazione di molte sue opere: Truffaut porta infatti sullo schermo i romanzi sentimentali di Jean-Pierre Roché , quelli gialli di William Irish , David Goodies e Cornell Woolrich , nonché il fantascientifico Farenheit 451 di Ray Bradbury.
Nel corso della sua carriera dirige le attrici più belle (e brave) del mondo, da Jeanne Moreau a Jacqueline Bisset, Catherine Deneuve, Julie Christie, Françoise Dorléac, alle quali Truffaut dedica spesso intere sequenze che sono veri e propri atti d’amore. Ma anche signore sconosciute (L'uomo che amava le donne nel 1977) e donne di grandi, assolute passioni come Isabelle Adjani (Adele H - una storia d'amore, 1975) o La signora della porta accanto (1981), interpretata da Fanny Ardant, l'attrice che sposa nel 1981 e dalla quale nel 1983 avrà un'altra figlia, Josephine. Nello stesso anno gira Finalmente domenica!, l'ultimo film prima della sua scomparsa, avvenuta il 21 ottobre 1984 per un tumore al cervello.
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François Truffaut: bibliografia
Come critico cinematografico, Truffaut ha pubblicato su diverse testate. In particolare sui Cahiers du cinéma (dal 1953) e su Arts (dal 1954 al 1959), ma anche, seppur in modo saltuario, su Cinémonde, Combat, Elle, L'Avant-scène du Cinéma, La Gazette du cinéma, Le Monde, Le Nouvel Observateur, L'Express, Télérama, Unifrance.
È stato anche autore o curatore dei seguenti libri:
La piccola ladra (co-autore), Il Nuovo Melangolo, 1994
Le avventure di Antoine Doinel, Marsilio, 1996
Il cinema secondo Hitchcock, Net, 2002
I film della mia vita, Marsilio, 2003
L'uomo che amava le donne, Marsilio, 2006
Filmografia
Une visite, cortometraggio, 1955
Les mistons, cortometraggio, 1957
Une histoire d'eau, cortometraggio realizzato insieme a Jean-Luc Godard, 1958
I quattrocento colpi, 1959
Tirate sul pianista, 1960
Jules e Jim, 1962
Antoine e Colette, episodio de L'amore a vent'anni, 1962
La calda amante, 1964
Fahrenheit 451, 1966
La sposa in nero, 1968
Baci rubati, 1968
La mia droga si chiama Julie, 1969
Il ragazzo selvaggio, 1970
Non drammatizziamo... è solo questione di corna, 1970
Le due inglesi, 1971
Mica scema la ragazza, 1972
Effetto notte, 1973
Adèle H., una storia d'amore, 1975
Gli anni in tasca, 1976
L'uomo che amava le donne, 1977
La camera verde, 1978
L'amore fugge, 1978
L'ultimo metrò, 1980
La signora della porta accanto, 1981
Finalmente domenica!, 1983