Arthur Miller
La carriera letteraria di Arthur Miller (nato a New York nel 1915) inizia durante i suoi studi all’Università del Michigan, alla quale riesce a iscriversi nel 1934: in precedenza, le difficoltà economiche della famiglia e i mediocri risultati scolastici lo avevano costretto a lavorare prima in un’officina, dove, unico lavoratore ebreo, aveva conosciuto in prima persona l’antisemitismo; e poi nel quartiere delle sartorie e dei commercianti di tessuti di New York, ambiente in cui era entrato a contatto con le vite precarie dei commessi viaggiatori.
Durante gli anni dell’università Miller, attratto verso gli studi storici ed economici e le idee anticapitaliste dei socialisti, scrive le sue prime pièce teatrali, che ricevono premi e vengono rappresentate su scala locale. Il successivo impiego come sceneggiatore radiofonico per la CBS gli dà modo di affinare la tecnica drammaturgica e, nel 1944, fa il suo debutto su Broadway con The Man Who Had All the Luck. Il vero successo (con 328 repliche consecutive dal momento della sua uscita) arriva nel 1949 con All My Sons (Erano tutti miei figli), un dramma ambientato durante la seconda guerra mondiale, che però, malgrado la potenza emotiva di alcuni punti, oggi può apparire didascalico e datato.
Il lavoro successivo di Miller, Death of a Salesman (Morte di un commesso viaggiatore, 1949), è invece il suo capolavoro indiscusso (gli fece vincere numerosissimi premi, fra cui il Pulitzer), e una delle pietre miliari del teatro americano contemporaneo, in cui si fondono alla perfezione i temi a lui più cari: quelli del conflitto familiare, della responsabilità etica individuale, della critica a un sistema economico e sociale spietato e spersonalizzante. Ne sono state tratte ben due versioni cinematografiche, la prima nel 1951, la seconda nel 1985 con Dustin Hoffman e John Malkovich.
Del 1953 è un’altra pièce fondamentale, The crucible, (Il crogiolo), la cui storia ruota intorno ai processi per stregoneria tenutisi alla fine del Seicento a Salem, nel Massachusetts, e che fu interpretata come una poco velata allegoria della caccia alle streghe dell’America maccartista (lo stesso Miller nel 1956 sarebbe stato chiamato a rispondere dell’accusa di attività antiamericane, condannato e poi scagionato).
Nel 1956 Miller sposa Marilyn Monroe: per lei scrive la scenggiatura di The Misfits (Gli spostati), offrendole uno dei ruoli migliori della sua carriera; ma il matrimonio si conclude dopo soli quattro anni: After the fall (Dopo la caduta, 1964), è in parte un ritratto di quella difficile relazione.
Oltre a numerose altre opere teatrali – fra cui le più recenti sono The Ride Down Mount Morgan (La discesa da Mount Morgan, 1991) e Mr. Peter’s Connections (Il mondo di mr Peters, 1998) –, Miller ha scritto diverse sceneggiature, un romanzo (Focus, del 1945, un’ironica storia di antisemitismo), diverse raccolte di racconti, reportage di viaggio (Salesman in Bejing, è il racconto della messa in scena del Commesso viaggiatore a Pechino) e, nel 1987, un’autobiografia.
Arthur Miller è morto il 10 febbraio 2005 nella sua casa del Connecticut.
Arthur Miller: tutti i libri nel nostro catalogo
Arthur Miller: bibliografia
Morte di un commesso viaggiatore, Il Nuovo Melangolo, 2005
I presidenti americani e l'arte di recitare, Bruno Mondadori, 2005
Focus, Mondadori, 2002
Il nemico del popolo, Il Nuovo Melangolo, 2002
Il mondo di Mr Peters, Einaudi, 2000
Erano tutti miei figli. Dramma in tre atti, Einaudi, 2000
Una ragazza bruttina e altre storie, Mondadori, 1999
Il crogiuolo. Dramma in quattro atti, Einaudi, 1997
Vetri rotti, Einaudi, 1995
La discesa da Mount Morgan, Einaudi, 1993
Una specie di storia d’amore e altre commedie, Einaudi, 1990
L'orologio americano, Einaudi, 1986
Uno sguardo dal ponte. Dramma in due atti, Einaudi, 1972